Cronologia | di Georges Saunier | Traduzione di Giovanni Roggia
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Qui di seguito troverete una cronologia dell’introduzione dell’Euro.
1464
Il re cattolico di Boemia Georges Podiébrad pubblica un progetto di patto tra nazioni europee nel quale figura in particolare la questione dell’instaurazione di una “moneta unica”. L’idea di cooperazione monetaria è quindi antica. Troviamo poi diverse proposte, in particolare nel XIX secolo e nella prima metà del XX.
1944
Accordi di Bretton Woods, che instaurano un sistema monetario internazionale tra le Nazioni firmatarie.
Il sistema è basato sulla convertibilità delle monete in dollaro americano e sulla convertibilità della moneta statunitense in oro. Esso garantisce la stabilità dei tassi di cambio tra gli Stati e fa del dollaro la moneta internazionale di riferimento.
1968
Crisi monetaria : il deficit crescente della bilancia dei pagamenti americani indebolisce la moneta statunitense e sconvolge il sistema monetario mondiale.
1969
Di fronte a queste prime difficoltà, la Commissione europea (Piano Barre) e gli Stati membri (Summit de l’Aia) riflettono sulla realizzazione di una Unione economica e monetaria (UEM).
1970
Piano Werner, dal nome del capo di governo lussemburghese. Questo piano, adottato dalla Comunità economica europea, indica le misure da attuare per realizzare l’UEM.
1971
Gli Stati Uniti rinunciano unilateralmente alla convertibilità del dollaro in oro : il sistema di Bretton Woods viene sospeso a livello pratico.
1972
Dopo molte difficoltà, gli Stati europei si accordano sulla realizzazione del Serpente monetario europeo. Constatando l’ampiezza degli scambi tra loro e l’importanza di disporre per questo di una certa stabilità monetaria, le banche centrali dei governi europei firmano a Basilea, in Svizzera, un accordo al fine di limitare le fluttuazioni delle loro monete.
1973
Entrata del Regno Unito, dell’Irlanda e della Danimarca nella CEE.
Le autorità monetarie americane decidono di lasciar “fluttuare” completamente il dollaro sul mercato degli scambi. Il Serpente monetario europeo non prende più il dollaro come valore di riferimento, bensì un paniere di monete comunitarie.
Primo shock petrolifero e inizio della crisi economica.
1972-1976
Partenza difficile del Serpente. La crisi economica porta molti paesi europei ad abbandonare o partecipare in modo alterno a questo sistema: il Regno Unito, l’Irlanda, la Danimarca, l’Italia, la Francia.
1978
Le difficoltà del Serpente, che somiglia a una “zona marco”, lo rende poco soddisfacente. Gli Stati membri immaginano allora un nuovo sistema di coordinamento monetario: il Sistema monetario europeo (SME). Quest’ultimo punta a limitare le fluttuazioni tra le monete della Comunità, creando maggiori solidarietà tra le politiche monetarie degli Stati.
1979
Creazione dello SME e dell’Ecu, moneta amministrativa usata come riferimento allo SME.
Secondo shock petrolifero. La crisi economica si intensifica.
1981
Entrata della Grecia nella CEE.
Come ricorda François Mitterrand in un dibattito televisivo che lo oppone a Valéry Giscard d’Estaing, il Franco ha perso il 60% del suo valore rispetto al deutschemark [marco tedesco].
1983
Le difficoltà finanziarie in cui versa l’economia francese conducono François Mitterrand a prendere delle misure più restrittive rispetto al passato nei confronti dei deficit pubblici ed esteri francesi. Nonostante il consiglio di alcuni, il Presidente sceglie comunque di mettere in pratica queste misure rispettando le regole del Mercato comune e dello SME. Questa decisione rinnova l’impegno europeo francese, rilancia i dibattiti sul futuro dell’Europa e in particolare la prospettiva di una moneta europea unica.
1984
Consiglio europeo di Fontainebleau.
Al termine della presidenza francese della CEE, i governi decidono di impegnarsi in una nuova fase dell’integrazione europea.
1986
Adozione dell’Atto unico europeo. Questo trattato fornisce nuove competenze alla CEE. Riafferma inoltre l’obiettivo di una UEM e fissa un calendario per la sua realizzazione.
Entrata della Spagna e del Portogallo.
1988
Conferma da parte del Consiglio europeo della creazione dell’UEM. Un comitato di esperti è incaricato di studiare le modalità concrete della sua realizzazione. Parallelamente, è adottata una direttiva che instaura la libera circolazione dei capitali. Il compromesso trovato comporta anche un accordo sull’armonizzazione fiscale.
1989
Pubblicazione del “rapporto Delors” che descrive la realizzazione dell’UEM in tre tappe.
Proposta della Commissione Delors per una armonizzazione fiscale, rigettata dalla Gran Bretagna e dal Lussemburgo.
Al Consiglio europeo di Strasburgo, che ha luogo qualche settimana dopo la caduta del muro di Berlino, i capi di Stato e di governo decidono la convocazione di una Conferenza intergovernativa incaricata, sulla base del “rapporto Delors”, di redigere un nuovo trattato europeo che comprenderà l’UEM.
1990
Prima tappa dell’UEM. I principali ostacoli interni alla libera circolazione dei capitali in seno all’Unione europea sono rimossi. Parallelamente, è rinforzato il coordinamento tra le banche centrali.
1991-1992
Negoziazione del Trattato di Maastricht, di cui una parte importante è consacrata alla realizzazione e al funzionamento futuro dell’UEM. L’UEM comporta due parti strettamente legate: la creazione di una moneta comune e il coordinamento delle politiche economiche.
1993
Crisi monetaria (dall’autunno 1992) : lo SME resiste grazie all’allargamento dei suoi margini di fluttuazione.
Entrata in vigore del Trattato di Maastricht.
1994
Seconda fase dell’UEM.
Nel corso di questa seconda fase, è creato l’Istituto monetario europeo (IME). Si tratta della futura Banca centrale europea (BCE). L’IME guida i preparativi tecnici dell’UEM e sorveglia la convergenza delle politiche economiche e monetarie degli Stati membri in vista del loro passaggio alla moneta unica.
1995
Allargamento dell’Unione europea all’Austria, alla Finlandia e alla Svezia.
Viene fissato il nome della moneta unica, sarà l’Euro.
1997
Adozione del Patto di stabilità e di crescita.
Questo patto indica i criteri economici che gli Stati membri devono soddisfare per passare alla moneta unica. Esso mira anche alla convergenza delle economie europee. L’armonizzazione fiscale .
1998
Creazione della BCE.
In quel momento, undici paesi soddisfano i criteri di convergenza economica fissati nel Trattato di Maastricht e possono effettivamente entrare nell’Eurogruppo.
Vengono proposte alcune direttive per l’armonizzazione fiscale della Commissione.
1999
Terza fase dell’UEM.
Il tasso di cambio dell’Euro è definitivamente fissato tra undici monete, quelle degli Stati membri idonei secondo i criteri fissati. Nel corso di questa fase, gli undici Stati trasferiscono le loro competenze monetarie all’Eurosistema, mentre la moneta è progressivamente messa in circolazione.
Gli undici paesi sono: la Germania, l’Austria, il Belgio, la Spagna, la Finlandia, la Francia, l’Irlanda, l’Italia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, il Portogallo. Essi formano la zona Euro.
1999-2002
L’Euro è utilizzato per la prima volta nei mercati finanziari. Il suo utilizzo è progressivamente esteso ai privati, ma in primo luogo è usato come moneta scritturale (assegno, carta e conto bancario).
2001
La Grecia entra nella zona Euro.
2002
Le monete e le banconote dell’Euro sono messe in circolazione. In un primo tempo, le monete nazionali restano in circolazione, ma sono progressivamente ritirate.
2004
Adesione all’Unione europea dell’Estonia, della Lettonia, della Lituania, della Polonia, della Repubblica ceca, della Slovacchia, dell’Ungheria, della Slovenia, di Malta, di Cipro.
2006
A seguito di un accordo tra la BCE e gli Stati membri rimasti fuori dalla zona Euro, è adottato un meccanismo a metà tra l’Euro e le loro monete, che rimpiazza lo SME.
2007
Adesione all’Unione europea della Romania e della Bulgaria.
La Slovenia entra nella zona Euro.
2008
Cipro (ad eccezione del Cipro del Nord) e Malta entrano nella zona Euro.
Crisi finanziaria. L’Euro si cambia a 1,6038 dollari e raggiunge il suo più alto tasso nella storia.
2009
La Slovacchia entra nella zona Euro. La zona Euro conta sedici membri nel 2010, diciassette nel 2011 con l’adesione prevista dell’Estonia.
2010
Crisi del debito :
In maggio, piano di sostegno alla Grecia : prestito di 110 miliardi di euro finanziato dalla zona Euro e dal FMI. In novembre, piano di aiuti all’Irlanda.
2011
L’Estonia entra nella zona Euro.
Crisi del debito : piano di aiuti al Portogallo e secondo piano di aiuti alla Grecia.
2013
Adesione all’Unione europea della Croazia.
2014
La Lettonia entra nella zona Euro.
2015
La Lituania entra nella zona Euro. La zona Euro conta diciannove membri nel 2015.
Crisi del debito: terzo piano di aiuti alla Grecia.
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